Oggi in psicoterapia viene spesso sottolineato come nel lavoro con i pazienti difficili, gravi o particolarmente diffidenti, soprattutto bambini, l’ausilio di un animale domestico possa fare la differenza.
Una domanda che mi viene posta spesso è:
Mi hanno consigliato di prendere un cane per aiutare il mio bambino. Lei cosa ne pensa?
Avere un animale domestico aiuta le terapie psicoterapiche ed educa i bambini al riconoscimento della diversità e al rispetto per gli esseri viventi
Sicuramente vivere con un animale domestico è un’esperienza unica, in grado di cambiare la vita di tutti i componenti di una famiglia. La sua presenza infatti può rappresentare una risorsa per l'educazione e il tipo di esperienze vissute da un bambino. Un cane educa alla “diversità” e al rispetto verso altri esseri viventi. Numerose ricerche hanno dimostrato che la convivenza con un animale domestico ha effetti positivi sullo sviluppo cognitivo dei bambini e sulla qualità delle relazioni che instaureranno da adulti, risultando più attivi in attività altruistiche e più inclini a sviluppare legami amicali solidi e una maggiore sicurezza in sé.
La scelta consapevole e responsabile di prendere un animale domestico e l'importanza del ruolo da attribuirgli
Tuttavia va fatta una premessa fondamentale e cioè che un cane è un essere vivente con una sua individualità, non uno psicoterapeuta o un giocattolo. Ha bisogno di cure, di cibo, di essere portato a passeggio, di qualcuno con cui giocare, di fare esperienze non solo quando è cucciolo ma fino alla fine dei suoi giorni. Chi decide di prendere un cane deve essere consapevole che sta prendendo un "individuo" a volte esigente, con cui vivrà in media per i prossimi 10-15 anni. Comporterà un impegno economico e una serie di limitazioni nella quotidianità, richiederà capacità organizzative: se si decide di partire, ad esempio, bisognerà sapere a chi lasciarlo in totale serenità e se si vuole portarlo con sé, sarà necessario trovare posti dove sarà ben accolto.
Quella di prendere un cane deve essere una scelta consapevole e responsabile altrimenti potrebbe diventare un’ulteriore fonte di stress per una famiglia già in difficoltà.
La presenza di un animale domestico in casa è sicuramente un valore aggiunto ma non va confusa con la cura del malessere, al cane non va data questa responsabilità.
Sigmund Freud e Jofi
Sigismund Schlomo Freud, più noto come Sigmund Freud, nacque il 6 maggio 1856 a Freiberg (Příbor), nell'odierna Repubblica Ceca, al tempo chiamata Moravia.
Medico e padre della Psicoanalisi, identificò nell’inconscio la sede degli istinti e dei desideri e nei conflitti irrisolti la causa di isterie e nevrosi.
Di Sigmund Freud esiste una ricca biografia ma forse non molti sanno che egli durante le sedute di analisi lasciava gironzolare per la stanza, con il consenso dei pazienti, la sua fidata Jofi.
Freud riteneva che la sua chow chow avesse un effetto tranquillizzante e ammetteva che gli era d’aiuto nella valutazione dei pazienti, riconoscendone la capacità di cogliere gli stati d’animo di coloro che andavano in analisi nel suo studio a Vienna.
Quando i pazienti erano calmi Jofi si accucciava vicino a loro per essere carezzata, ma se sentiva che il paziente era in ansia si allontanava da lui per accucciarsi vicino a Freud (Stanley Coren, 1997). Stando alle testimonianze dello psichiatra Roy Ginker, che fu in analisi da Freud nel 1932, la piccola Jofi non era solamente una presenza accanto al lettino di analisi, ma era una vera e propria protagonista nel processo analitico e Freud spesso parlava (o interpretava) attraverso lei.
Fu Marie Bonaparte, pronipote di Napoleone e principessa di Grecia e Danimarca, sua paziente ed allieva, a regalargli Jofi. In lingua ebraica Jofi significa “Bene, va bene” e nei suoi scritti Freud ci rivela che le ore passate vicino alla sua fidata amica erano per lui ore serene, momenti in cui poteva rilassarsi.
Bibliografia
Coren S. (1997), What Do Dogs Know?, Free Press
Flem L. (1987), La vita quotidiana di Freud e dei suoi pazienti, Bur
Ginker R. (1932), Interview with Otto Will, December 18, 1991
The Wall Street Journal, 21 Dicembre 2010
Grazie dott.ssa per il suo prezioso contributo! ^_^